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Agatino Lorenti, un professore di liceo di origine siciliana che insegna a Roma, vive alla fine del 2001 il trauma collettivo dell'11 settembre, ma un turbamento più personale sopraggiunge per lui dal diario di un suo omonimo, pubblicato nel 1930, del quale entra fortunosamente in possesso. In quelle pagine egli vede riflesse le vicende della propria vita. I loro percorsi, distanti settant'anni l'uno dall'altro, incrociano eventi memorabili del secolo scorso - dai festeggiamenti a Bologna per l'inizio del Novecento al Sessantotto studentesco a Padova - ma le due vite parallele sono contrassegnate dall'egoistico rifiuto della paternità, tra frustrazioni e tardivi pentimenti. Il pesante condizionamento, che l'insegnante riceve dallo specchiarsi nella vita altrui, si risolve, a conclusione di un travagliato percorso, in maniera inattesa e liberatoria, con un gesto di orgoglio e una consapevole scelta di vita. È una decisione che matura con il rifiuto del messaggio stregato venuto da lontano.